Umidità, vicinanza a fonti di calore, esposizione alla luce diretta, poco riguardo nel maneggiare le legature, insetti, il tempo che inevitabilmente passa, sono queste le cause più comuni del deterioramento dei nostri amati libri. Questa introduzione non ha la pretesa di risolvere in poche righe tutte le problematiche del restauro, ma vuole essere uno spunto di riflessione per il collezionista attento ed un sintetico mezzo per individuare velocemente lo stato di degrado della carta e del libro. Sovente si sottovalutano i piccoli strappi, le cuffie rotte, una leggera incurvatura della legatura, ma sono i primi segnali di indebolimento che permettono rapidi interventi e pronte soluzioni.

 
a 2_piccola..jpg

Carta

E’ noto che il peggior nemico della carta sia l’acqua. Il contatto indebolisce la pasta e si scatenano di conseguenza svariate problematiche più o meno invasive. La conseguenza più comune è la formazione di gore che esteticamente danneggiano l’aspetto fresco della carta e strutturalmente ne intaccano l’integrità. Se il danno è limitato e la carta non ha subito danni, si interviene con un bagno di soluzione demineralizzata in modo da eliminare residui seguito da un bagno con riserva alcalina per contrastare l’acidità accumulata ed un trattamento per consolidare e ridare elasticità alla fibra. Quando il libro o la stampa si trovano in un ambiente umido, poco areato o sono avvolti in materiale plastico che ne impedisce la normale traspirazione, nascono le muffe; riconoscibili per forma circolare e per il colore che varia da marrone al viola per arrivare al nero, sono microrganismi di diversi ceppi che vanno eliminati velocemente per impedirne la diffusione, si interviene per via aerea con antimuffa che elimina l’ossigeno e contemporaneamente diffonde un antibatterico che ne previene il ritorno. I danni strutturali più diffusi sono gli strappi dovuti ad usura e disattenzione, si rinsaldano con carta giapponese, con carta coeva nei casi di lacune più estese, con pasta di carta per i fori di tarlo. Diplomi o stampe di grandi dimensioni possono essere foderate integralmente per restituire spessore alla carta assottigliata.

 

Brossure

le co  prima 1_piccola.jpg

Il semplice foglio editoriale che compone la prima legatura è normalmente fragile e deve sopportare il peso del volume. Normalmente la tensione grava sulle cerniere e sul dorso al quale è incollato, si creano così delle crepe che danneggiano titoli e decorazioni. Si interviene foderando le parti lese con carta coeva e recuperando ogni frammento originale della brossura; qualora la legatura sia allentata si interviene precedentemente rilegando il volume, mantenendo inalterato lo spessore, in modo da conservare le dimensioni originali. Tali interventi sono simili sia per le edizioni ottocentesche sia per le brossure del novecento, cambiano logicamente le integrazioni cartacee; nei casi di perdite estese si può intervenire creando delle legature in mezza pelle o mezza tela mantenendo le brossure originali . Quando si vuole mantenere l’opera allo stato originale senza intervenire con lavori di integrazione si creano custodie conservative.

 

Cartonato antico:

La composizione del cartone da legatura è varia: a volte molto resistente e compatta, in altri casi ottenuta dall’accoppiamento di più fogli, in altri ancora molto grezza e più fragile. Non è un materiale elastico e quindi si indebolisce nei punti di maggiore sforzo come le cerniere, attorno ai fori di uscita dei nervi e sulle cuffie per la pessima abitudine di estrarre i volumi dalla sommità superiore. Si interviene consolidando nelle parti sfogliate, nelle zone con lacune si procede ricostruendo la parte mancante con cartone coevo simile per grana e colore. Se il problema è strutturale (piatti e/o dorso staccati) si procede foderando internamente la legatura.

cartone 1 blog_piccolo.jpg
 
tela rossa prima blog_piccola.jpg

Tela:

L’ottocento ha nobilitato la tela usandola frequentemente e fregiandola con decorazioni più o meno estese. E’ normalmente accoppiata alla carta per renderla più resistente e corposa quindi è incline a tutte le problematiche già elencate precedentemente. E’ stata usata come supporto per le carte geografiche poiché sottile, elastica e facilmente ripiegabile per poterle conservare. Riveste il dorso di semplici legature ed è un valido materiale per le garzature. Risente molto dell’umidità e sviluppa spesso muffe che distaccano la trama dalla carta a cui è accoppiata, è sensibile alla luce e perde il colore originale se esposta ad essa per lungo tempo, in altri casi l’usura e lo sfregamento l’assottiglia e la sfrangia di conseguenza. I casi sono vari ma di semplice risoluzione; le integrazioni sono eseguite con materiale coevo e dove necessario è possibile il ritocco a colore.

 
pelle 2 prima_piccola.jpg

Pelle:

La pelle varia comportamento a seconda della concia che ha subito, dalla fodera a cui è stata accoppiata e dalla colla che è stata usata per la lavorazione. E’ un materiale molto resistente ed elastico ma ugualmente sensibile agli ambienti secchi che asciugano l’epitelio ed a quelli umidi che ne riducono la compattezza. Tutto ciò ricade sugli elementi funzionali ovvero cerniere, angoli e cuffie esposti normalmente a trazione e sfregamento; la prima cosa da considerare per una buona conservazione è quindi una corretta locazione dei volumi, lontano da fonti dirette di calore ed in locali areati. Gli interventi più comuni sulle legature in pelle sono solitamente localizzate sulle cuffie e sulle cerniere, si interviene foderando le lesioni con un sottile strato di pelle naturale, dove possibile vengono recuperate le parti originali con un conseguente ritocco a colore. Si può intervenire tempestivamente contro la secchezza della legatura idratandola con elementi naturali; il nostro laboratorio produce e vende una crema specifica per risolvere tale problematica.

 
manc piatt prima blog_piccola.jpg

Pergamena:

Da sempre il miglior rivestimento per un libro, presente in ogni epoca e simbolo di prestigio. E’ il materiale più resistente, più malleabile, si presta alle grandi dimensioni, può essere rigenerato anche a distanza di secoli e condanna ad una eterna passione. Tante qualità che non impediscono al tempo di fare il suo corso, nei grandi come nei piccoli formati è spesso soggetta alle attenzioni dei tarli che si nutrono della colla di mais o farina usata per la fodera interna creando dei camminamenti che assottigliano il pigmento o lo forano; tagli in prossimità delle cuffie che sotto sforzo si ampliano ed intaccano le cerniere; dorsi che si inarcano, ganci mancanti che ne comprometto la compattezza; sono svariati i casi di degenerazione, ma il materiale permette una buona integrazione delle parti mancanti anche nei casi più estesi. E’ un restauro più lungo perché deve rispettare le dinamiche di movimento della pelle intera, con i suoi nodi e le sue callosità, senza poter forzare niente che poi il tempo non reclami.